giovedì 20 maggio 2010

MONZA:PARCHEGGI, CASAPOUND ITALIA CONTRO LA SOPPRESSIONE DEI PARCHEGGI GRATUITI NEL CENTRO CITTA'


Monza,19 Maggio - Questa notte i militanti di CasaPound Italia Monza per denunciare la soppressione dei parcheggi gratuiti nel capoluogo provinciale,hanno incappucciatoi parchimetri di via Giuliani, Via Segantini, Via Camperio, Piazza Roma e affisso striscioni riportanti la scritta “Senza parcheggio” sotto i principali cartelli con la dicitura Monza agli ingressi della città. “Il comune,dopo anni di lavoro e molti soldi spesi per la costruzione di silos e parcheggi a pagamento, come il parcheggio sotterraneo di piazza Trento, di piazza Trieste e via Enrico da Monza, ha messo in atto una drastica riduzione delle zone di sosta gratuite per incentivare l’utilizzo dei nuovi parcheggi a pagamento”. A dichiararlo è Emanuele Ratti, responsabile provinciale di CasaPound Italia Monza. “Per questo motivo – continua Ratti - in via Cortelonga, in via Enrico Arosio, via Quintino Sella e via Bergamo, stando agli ultimi fatti, sarà soppressa la possibilità di parcheggio gratuito, obbligando l'automobilista che ha la necessità, per lavoro o per piacere, di sostare a Monza ad utilizzare i parcheggi a pagamento.CasaPound Italia Monza, ha deciso di protestare contro queste delibere della giunta comunale”. “Al momento le uniche possibilità per gli automobilisti sono: pagare per la sosta oppure lasciare il mezzo lontano dal centro,” - prosegue Ratti - “con tutte le difficoltà del caso per raggiungere i principali uffici o la stazione ferroviaria: noi concordiamo con l'apertura di nuove zone pedonali, anche per una maggiore vivibilità di Monza stessa, ma al contempo è necessario un potenziamento del servizio pubblico per non pregiudicare le possibilità di poter vivere la città senza gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini”.

mercoledì 24 marzo 2010

CPI Lombardia per il Mutuo Sociale


Porre al centro del dibattito politico la “questione casa”, portare la proposta di legge sul Mutuo sociale nelle istituzioni come punto di riferimento per le politiche abitative di qualsiasi esecutivo. Questo l’obiettivo di Casa Pound Italia con l’azione compiuta questa notte in tutte le città della Lombardia. A Monza infatti i militanti di Casa Pound Italia hanno occupato simbolicamente gli edifici dell'ex cotonificio di via Cederna e dell'area industriale Fossati Lamperti per lasciare ben visibili gli striscioni con slogan come "MUTUO SOCIALE SUBITO" e "no alla speculazione : MUTUO SOCIALE" . “Un’azione dimostrativa – spiega Marco Arioli, responsabile per la Lombardia di Casa Pound Italia- eseguita in tutte le città lombarde per chiedere alla classe politica del territorio di trovare immediatamente soluzione ai problemi della casa che in questo momento interessano, purtroppo, un’ampia fascia sociale”. Casa Pound Italia ha voluto approfittare dell’ultima settimana di campagna elettorale in Lombardia per richiamare i candidati, a qualsiasi livello istituzionale, e chiedere loro di guardare ai problemi reali della società. “Ribadiamo – conclude Arioli – la nostra necessità di stimolare i politici a occuparsi delle questioni che riguardano più da vicino la gente. Quello del diritto alla proprietà di una casa è, per noi, prioritario. Per questo proponiamo il Mutuo sociale come fattibile soluzione al problema”.

"Questa azione dimostrativa vuole ricordare ai candidati delle prossime elezioni regionali il problema dell'emergenza abitativa" dichiara Michele Cavenago, responsabile provinciale di CasaPound Italia a Monza. "Tutta la Brianza ha a disposizione edifici abbandonati di anni che potrebbero essere riqualificati ad uso abitativo, ma ad oggi ci sono solo tante parole e tanti progetti che rimangono ignorati per anni, ostaggi di battaglie politiche, ma intanto le persone continuano a non avere una casa. Si prenda in considerazione la proposta di legge del Mutuo Sociale per risolvere il problema".

lunedì 15 marzo 2010

Villa Reale, ancora restauri di facciata?


“Occorre creare ad hoc un team di specialisti che si occupino del reperimento fondi e successivamente del restauro della Villa Reale. Le attuali soluzioni proposte rischiano invece di paralizzare qualunque attività.” Questo quanto dichiara Michele Cavenago, responsabile a Monza di CasaPound Italia, commentando le ultime prese di posizione sul piano di restauro dell’antica villa neoclassica del Piermarini e che versa in una situazione di degrado sempre maggiore. Va ricordato che davanti alla platea degli imprenditori brianzoli, riuniti nell’Unione commercianti di Monza, il Sindaco Marco Mariani, ha annunciato che sono necessari per il restauro dell’intero edificio 110 milioni di euro, che però si annunciano di difficile reperibilità. Una cinquantina di milioni dovrebbe provenire dall’investimento pubblico (33 da parte del comune e una ventina promessi genericamente dal ministro Sandro Bondi); per la parte rimanente il primo cittadino brianzolo si appella alla buona volontà degli imprenditori.

Giuseppe Meregalli, presidente di Confcommercio, ha tuttavia replicato che prima di pensare alla solidarietà si dovranno risanare i bilanci e superare la crisi economica.

Siamo di fronte all’ennesima proclamazione di un piano di restauro della Villa Reale e anche questa volta sembra che si sia molto lontani dalla soluzione del problema - continua Michele Cavenago, responsabile provinciale di CasaPound Italia - L’antica reggia potrebbe generare un enorme indotto all’economia della città, ma, al posto di un’eccezionale risorsa turistica, ci ritroviamo con un edificio fatiscente per cui nel corso degli anni sono stati spesi miliardi delle vecchie lire senza venire ad una soluzione definitiva. Basta pensare agli stucchi appena restaurati, crollati per le infiltrazioni di pioggia dal tetto”.


CasaPound Monza

lunedì 1 marzo 2010

La Coscienza Nazionale!


Domenica 7 Marzo dalle 11.00 alle 13.00 RadioBandieraNera Monza presenta..

La Coscienza Nazionale negli scritti dei soldati trentini, 1914 - 1918

Solo su www.radiobandieranera.org


mercoledì 24 febbraio 2010

CPI Monza: Piena luce sull'inquinamento del Lambro


“La perdita di petrolio nel fiume Lambro sarebbe già di per sé un fatto gravissimo. Se si pensa che è avvenuta in un ecosistema già duramente danneggiato dall’inquinamento, allora possiamo parlare di colpo mortale”.

Ad affermarlo è Michele Cavenago, responsabile della sezione monzese di CasaPound Italia, in riferimento al disastro ambientale che martedì scorso ha visto più di 600mila metri cubi di materie inquinanti riversarsi nel fiume brianzolo.
“La riqualificazione della Valle del Lambro è un processo in atto da molti anni - prosegue Cavenago - Ora questi sforzi sono stati messi a dura prova da questo disastro, le cui conseguenze potranno ripercuotersi sull'agricoltura e sulla salute dei brianzoli”.

“C'è un forte sospetto che si sia trattato di un gesto doloso, probabilmente legato a logiche di appalti di costruzione, visto l'interesse speculativo presente sulla zona. Sicuramente si tratta di un atto infame che, come detto, rischia di compromettere definitivamente il delicato equilibrio ecologico dell'area”.
“E' importante che si faccia piena luce sulla vicenda, - conclude Cavenago – e si accertino le responsabilità materiali”.

CasaPound Monza

lunedì 8 febbraio 2010

10 Febbraio - La Verità Non Può Essere Infoibata


Largo Martiri delle Foibe a Milano. Cento persone in un presidio silenzioso e composto, illuminati da decine di fiaccole.

Un'unica volontà: ricordare.
Ricordare una tragedia che con troppa facilità viene dimenticata, negata e giustificata in ogni modo possibile.
Pulizia etnica contro la popolazione italiana dell’Istria, una penisola abitata da secoli dal nostro stesso sangue, che con il duro lavoro e l’amore per la propria terra plasmarono la costa ed il golfo a misura di Italia.

Intollerabile per i partigiani di Tito, per gli assassini coccolati dai vincitori della guerra.
E allora migliaia di italiani torturati e assassinati, lasciati a marcire nel buio di una foiba. Negati e a oltranza per oltre 60 anni di repubblica democratica, ma ora, finalmente, tornati alla luce, tornati alla memoria dei vivi.

Perché la verità non può essere infoibata.
Schierati in piedi, con fiaccole accese e un mazzo di rose rosse, per non dimenticare il sangue versato dai nostri Fratelli per aver amato una terra che era loro.
Poche parole, semplici e dirette: oggi ricordiamo.
Oggi ricordiamo il sacrificio di Fiume, Istria e Dalmazia.
Oggi alle urla sconnesse di chi, stupido o in malafede, nega ferite mai rimarginate, rispondiamo con un unico grido:

La verità non può essere infoibata.


CasaPound Italia Monza

Milano, 6 Febbraio 2010



III edizione della manifestazione virtuale promossa da CasaPound Italia

Roma, 4 febbraio - Dalla Francia al Quebec, passando per Gran Bretagna, Grecia, Spagna, Portogallo e Svizzera: in vista del giorno del ricordo, il web, sotto la spinta dell'Italia, si mobilita e grida che ''la verità non può essere infoibata''. Non si fermano infatti le adesioni alla terza edizione della manifestazione virtuale organizzata da CasaPound Italia, in collaborazione con Novopress Italia, NoReporter e Radio Bandiera Nera, nella 'Giornata del Ricordo dei martiri delle foibe e degli esuli istriani, giuliani e dalmati'. E così mercoledi' 10 febbraio alle 11 centinaia tra siti internet, blog e forum e migliaia di profili Myspace e Facebook, corredati dal Tricolore, osserveranno un'ora di silenzio e manterranno il lutto per le ventiquattr'ore successive per tenere viva la memoria della feroce pulizia etnica che fece 15mila vittime oltre 60 anni fa e dell'esodo forzato di centinaia di migliaia di italiani da Istria, Fiume e Dalmazia. Una manifestazione che vuole essere una sorta di marcia silenziosa, dove le fiaccole sono le coscienze di tanti singoli e comunità che trovano espressione in un’operazione semplicissima: il cambio di avatar come atto che testimonia una presa di coscienza su una tragedia troppo a lungo dimenticata.

''Manifesta con noi, dai voce alla tua volonta' di ricordare'', si legge sulle locandine che hanno letteralmente invaso il web. ''Sensibilizzare e Agire - spiega CasaPound Italia - questi i due verbi scelti per la terza edizione della manifestazione virtuale '10 Febbraio: La verita' non puo' essere infoibata'. Sensibilizzare: nei confronti di un argomento tra i piu' scomodi, che vede un Paese uscire con passo incerto dalla foschia della censura culturale tesa a nascondere la verita' storica di una delle piu' grandi tragedie nazionali, un vero e proprio genocidio italiano, un'operazione sistematica di pulizia etnica perpetrata ai danni della popolazione italiana del Nord-Est, che ha dovuto subire rastrellamenti, deportazioni, torture e esodi di massa. Agire: in ogni sede, dalle istituzioni politiche alla scuola, si tende ad insabbiare con troppa disinvoltura i lati oscuri del proprio passato mediante la minimizzazione dei tragici eventi che a partire dall'8 settembre 1943 colpirono la comunita' italiana di Istria, Dalmazia e Friuli-Venezia Giulia''.

CasaPound Italia, si legge ancora, ''riconosce come propria la cultura che si fa azione. E' per questo che l'Associazione organizza su tutto il territorio nazionale conferenze, fiaccolate, manifestazioni a sostegno della verita' storica, sopratutto quando si tratta della memoria traballante di chi vuole a tutti i costi dimenticare; e' per questo che anche la rete, canale tra i piu' importanti per la diffusione delle idee, viene da tre anni a questa parte coperta dalla nostra azione'. In un Paese sull'orlo di una crisi che fa impallidire la memoria storica di chi ci ha preceduti; in una terra ai limiti del collasso, in cui forze fresche hanno deciso di alzare la testa, l'affermazione 'La verita' non puo' essere infoibata' e' un atto rivoluzionario''.

sabato 12 dicembre 2009

L'Ultimo eroe non deve morire


La notte tra venerdì 11 e Sabato 12 Dicembre fuori dal tribunale di Monza in piazza Garibaldi, militanti di CasaPound Monza hanno affisso uno striscione di solidarietà all'ex comandante del Crimor e diffuso decine di volantini di rivendicazione dell'azione e di ricordo della vicenda.

“E' solo di poche settimane fa la notizia della revoca della scorta al famoso Capitano Ultimo, uomo dell'antimafia e artefice principale dell'arresto del boss Totò Riina: questo è l'ultimo colpo basso inferto ad un eroe del nostro tempo; CasaPound Monza esprime la sua totale solidarietà al Capitano”. A dichiararlo è Michele Cavenago, responsabile brianzolo dell'associazione CasaPound Italia.

“La scritta sullo striscione, l'Ultimo eroe non deve morire, vuole tenere alta l'attenzione sui pericoli che corre il Capitano a causa della sua lotta alla mafia: a seguito dell'arresto di Riina - prosegue Cavenago - i maggiori esponenti dell'associazione mafiosa hanno condannato a morte questo servitore dello Stato. Negli anni successivi una serie di accuse infamanti hanno colpito Ultimo e gli uomini che hanno collaborato alle indagini, tra cui addirittura il favoreggiamento di Cosa Nostra, il tutto su dichiarazioni spesso non verificate di pentiti. Ecco l'ultimo colpo, il ritiro della scorta ufficiale”.

“Ora sono una serie di volontari delle forze dell'ordine a contribuire durante il tempo libero alla scorta di Ultimo, ex uomini del Crimor principalmente; è desolante vedere come anche in questo caso limite sono i privati cittadini a doversi sostituire ad uno Stato inefficiente o inesistente”.

“L'Italia è uno strano paese - conclude Cavenago – ci si accorge delle persone straordinarie nel momento in cui passano a miglior vita; speriamo che in questo caso non si debba giungere a tanto. Abbiamo visto e ascoltato troppi attentati ed esplosioni, non vogliamo che ce ne siano altri:

L'Ultimo eroe non deve morire”.

martedì 1 dicembre 2009

Casapound Monza: rispettare i termini per i lavori di rifacimento delle strade



“Fino a due anni fa via Bergamo, con i numerosi negozi, era ideale per lo shopping. Ora è un unico cantiere”. A dichiararlo è Michele Cavenago, responsabile di CasaPound Italia Monza che denuncia i ritardi del Comune sui lavori di rifacimento stradale in alcune vie di Monza. Come in via Bergamo dove i lavori che ormai da due anni bloccano le strade e che rendono problematico l’accesso ai negozi, sarebbero dovuti terminare agli inizi di novembre.

“A rimetterci non possono essere sempre i commercianti ed i cittadini se il Comune non riesce a mantenere i termini stabiliti. Senza contare che nella stessa zona, in via Raiberti, sono iniziati altri lavori che di questo passo stanno trasformando Monza in un immenso cantiere”.

Durante un incontro con l'assessore ai lavori pubblici Osvaldo Mangone, i commercianti hanno reso noto il loro timore che, come lo scorso anno, durante il periodo di Natale la difficoltà d’accesso ai negozi porti via molti clienti.

“E' importante – prosegue Cavenago - che vengano stabiliti tempi certi per la conclusione dei lavori, prima della settimana di Natale. Si potrebbe valutare l'ipotesi di turni straordinari degli operai, o l'assunzione a tempo determinato di ulteriore personale. Sicuramente è fondamentale l'installazione di passaggi pedonali stabili e 'decorosi' attraverso i cantieri, in modo da rendere agibile l’accesso ai negozi. Dopo quello dello scorso anno, - conclude Cavenago - è giusto che i Monzesi, questo Natale, possano fare tranquillamente acquisti nelle zone di Via Bergamo in modo che i commercianti non abbiano ulteriori ostacoli di natura 'ambientale' oltre alla crisi economica mai finita”.


CasaPound Monza

martedì 17 novembre 2009

Giudici o insegnanti?


Nel 2007 uno studente, all'epoca frequentante il terzo anno all'Istituto Tecnico Industriale Albert Einstein di Vimercate, mise su Youtube un video in cui i suoi compagni di classe dileggiavano una professoressa, Emilia Farano. Ora, a distanza di due anni, l'insegnante in questione ha vinto la causa che aveva intentato alla famiglie del ragazzo, e che dovrà pagarle 15000 euro di danni. “Fermo restando che è un diritto di ogni cittadino ricorrere a vie legali quando ritenga di aver subito un torto, l'iniziativa della professoressa Farano ci sembra come minimo fuori luogo”. Lo dichiara Michele Cavenago, responsabile provinciale di CasaPound Italia Monza. “Se la suddetta professoressa voleva in questo modo restaurare la sua 'dignità', a nostro parere ha ottenuto l'effetto contrario. Facendo causa alla famiglia dello studente, che per altro aveva ammesso la sua colpevolezza, ha implicitamente confermato di non essere in grado di tenere sotto controllo la sua classe da sola. E quando un'insegnante ricorre all'aiuto di un magistrato per una disputa di questo tipo la situazione pare quantomeno grottesca”. “Da che esiste l'istituzione scolastica ogni studente nel corso della sua carriera ha imitato un professore e ha passato ore a prenderlo in giro di nascosto, fa parte del 'gioco' – prosegue Cavenago - richiedere l'aiuto del giudice per una questione del genere ci sembra ancora più lesiva della dignità che non lo scherzo di un alunno; siamo giunti alla situazione in cui i magistrati sono coinvolti in beghe disciplinari tra studenti e insegnanti, siamo al ridicolo”.

CasaPound Monza

mercoledì 4 novembre 2009


Dopo il primo incontro tra i rappresentanti dell'azienda Yamaha ed i sindacati in merito alla decisione della società di chiudere il reparto produttivo dello stabilimento di Lesmo, la situazione resta invariata. Yamaha non si muove: i licenziamenti nello stabilimento dovranno essere 66, 47 operai, 19 commerciali. Oltre a 2 dirigenti.
"Ci chiediamo il motivo per cui Yamaha annunci direttamente il licenziamento, senza voler sfruttare a fondo gli ammortizzatori sociali". A dichiararlo è Michele Cavenago, responsabile brianzolo dell'associazione di promozione sociale CasaPound Italia.
"Tra i 68 che risentiranno di questa decisione ci sono anche dei dipendenti a cui mancano pochi anni alla pensione. Gli anni di mobilità che verranno concessi non saranno sufficienti - prosegue Michele Cavenago - e ci chiediamo quindi perché l'azienda non voglia sfruttare tutti gli espedienti possibili per aiutare i lavoratori. Attivando la cassa integrazione ordinaria e straordinaria e un possibile aiuto da parte della provincia si riuscirebbe a condurre queste persone in difficoltà verso la pensione in modo più agevole. E' facile intuire come una volta superati i 50 anni - soprattutto con la crisi economica - sia quasi impossibile per un operaio trovare un nuovo posto di lavoro".
"Chiediamo che Yamaha faccia tutto il possibile per aiutare i suoi dipendenti per uscire da questa situazione, poiché loro non hanno nessuna colpa e responsabilità in questa crisi".


CasaPound Italia Monza