martedì 17 novembre 2009

Giudici o insegnanti?


Nel 2007 uno studente, all'epoca frequentante il terzo anno all'Istituto Tecnico Industriale Albert Einstein di Vimercate, mise su Youtube un video in cui i suoi compagni di classe dileggiavano una professoressa, Emilia Farano. Ora, a distanza di due anni, l'insegnante in questione ha vinto la causa che aveva intentato alla famiglie del ragazzo, e che dovrà pagarle 15000 euro di danni. “Fermo restando che è un diritto di ogni cittadino ricorrere a vie legali quando ritenga di aver subito un torto, l'iniziativa della professoressa Farano ci sembra come minimo fuori luogo”. Lo dichiara Michele Cavenago, responsabile provinciale di CasaPound Italia Monza. “Se la suddetta professoressa voleva in questo modo restaurare la sua 'dignità', a nostro parere ha ottenuto l'effetto contrario. Facendo causa alla famiglia dello studente, che per altro aveva ammesso la sua colpevolezza, ha implicitamente confermato di non essere in grado di tenere sotto controllo la sua classe da sola. E quando un'insegnante ricorre all'aiuto di un magistrato per una disputa di questo tipo la situazione pare quantomeno grottesca”. “Da che esiste l'istituzione scolastica ogni studente nel corso della sua carriera ha imitato un professore e ha passato ore a prenderlo in giro di nascosto, fa parte del 'gioco' – prosegue Cavenago - richiedere l'aiuto del giudice per una questione del genere ci sembra ancora più lesiva della dignità che non lo scherzo di un alunno; siamo giunti alla situazione in cui i magistrati sono coinvolti in beghe disciplinari tra studenti e insegnanti, siamo al ridicolo”.

CasaPound Monza

mercoledì 4 novembre 2009


Dopo il primo incontro tra i rappresentanti dell'azienda Yamaha ed i sindacati in merito alla decisione della società di chiudere il reparto produttivo dello stabilimento di Lesmo, la situazione resta invariata. Yamaha non si muove: i licenziamenti nello stabilimento dovranno essere 66, 47 operai, 19 commerciali. Oltre a 2 dirigenti.
"Ci chiediamo il motivo per cui Yamaha annunci direttamente il licenziamento, senza voler sfruttare a fondo gli ammortizzatori sociali". A dichiararlo è Michele Cavenago, responsabile brianzolo dell'associazione di promozione sociale CasaPound Italia.
"Tra i 68 che risentiranno di questa decisione ci sono anche dei dipendenti a cui mancano pochi anni alla pensione. Gli anni di mobilità che verranno concessi non saranno sufficienti - prosegue Michele Cavenago - e ci chiediamo quindi perché l'azienda non voglia sfruttare tutti gli espedienti possibili per aiutare i lavoratori. Attivando la cassa integrazione ordinaria e straordinaria e un possibile aiuto da parte della provincia si riuscirebbe a condurre queste persone in difficoltà verso la pensione in modo più agevole. E' facile intuire come una volta superati i 50 anni - soprattutto con la crisi economica - sia quasi impossibile per un operaio trovare un nuovo posto di lavoro".
"Chiediamo che Yamaha faccia tutto il possibile per aiutare i suoi dipendenti per uscire da questa situazione, poiché loro non hanno nessuna colpa e responsabilità in questa crisi".


CasaPound Italia Monza