mercoledì 4 novembre 2009


Dopo il primo incontro tra i rappresentanti dell'azienda Yamaha ed i sindacati in merito alla decisione della società di chiudere il reparto produttivo dello stabilimento di Lesmo, la situazione resta invariata. Yamaha non si muove: i licenziamenti nello stabilimento dovranno essere 66, 47 operai, 19 commerciali. Oltre a 2 dirigenti.
"Ci chiediamo il motivo per cui Yamaha annunci direttamente il licenziamento, senza voler sfruttare a fondo gli ammortizzatori sociali". A dichiararlo è Michele Cavenago, responsabile brianzolo dell'associazione di promozione sociale CasaPound Italia.
"Tra i 68 che risentiranno di questa decisione ci sono anche dei dipendenti a cui mancano pochi anni alla pensione. Gli anni di mobilità che verranno concessi non saranno sufficienti - prosegue Michele Cavenago - e ci chiediamo quindi perché l'azienda non voglia sfruttare tutti gli espedienti possibili per aiutare i lavoratori. Attivando la cassa integrazione ordinaria e straordinaria e un possibile aiuto da parte della provincia si riuscirebbe a condurre queste persone in difficoltà verso la pensione in modo più agevole. E' facile intuire come una volta superati i 50 anni - soprattutto con la crisi economica - sia quasi impossibile per un operaio trovare un nuovo posto di lavoro".
"Chiediamo che Yamaha faccia tutto il possibile per aiutare i suoi dipendenti per uscire da questa situazione, poiché loro non hanno nessuna colpa e responsabilità in questa crisi".


CasaPound Italia Monza